Beirut: attentato o tragica fatalità?

C'è un colpevole per l'esplosione avvenuta a Beirut, la quale ha ucciso 157 persone? I sospetti si estendono soprattutto su Israele.

Beirut

Mentre Beirut brucia…

Mentre Beirut brucia, gli 007 occidentali sono al lavoro per scoprire le trame che hanno condotto alla terribile esplosione di due giorni fa. In parecchi sono sotto accusa: c’è chi pensa ad Hezbollah e chi ad Israele. Altri sono convinti di un coinvolgimento della Siria e della Turchia. L’esplosione del deposito di fuochi artificiali ormeggiato su una nave nel porto di Beirut è soltanto una delle tante ipotesi.

Essa è quella più rincorsa, anche per via dell’effetto domino che ha devastato la capitale libanese. Il governatore della città Marwan Abboud ha paragonato l’avvenimento a quanto accaduto ad Hiroshima e Nagasaki. Tutti noi, però, sappiamo di chi fu la colpa in quel determinato frangente della seconda guerra mondiale. Invece, intorno a ciò che è avvenuto a Beirut aleggia ancora una tetra nube di mistero.

Attentato!

L’amministrazione Trump non ha tardato a tuonare da Washington. Secondo i dirigenti militari statunitensi si è trattato di un attacco. Donald Trump non è assolutamente convinto della natura colposa dell’esplosione. “Ho incontrato i nostri generali e sembra che non sia un incidente industriale“, ha dichiarato il presidente americano. “Sembra, secondo loro, che si sia trattato di un attentato, una bomba di qualche tipo“.

Secondo l’intelligence americana, l’esplosione proveniva da un deposito di armi di Hezbollah. Ad esplodere quindi non sarebbe stata la famosa rimessa di fuochi d’artificio o un vasto quantitativo di nitrato d’ammonio. A saltare in aria sarebbe stato un deposito di armi delle milizie sciite libanesi filo-iraniane.

Al contrario, Hezbollah ha accusato Israele. Secondo i filo-iraniani l’esplosione è da attribuire ad un sabotaggio israeliano. “Questa catastrofe avrà gravi conseguenze a vari livelli. E richiederà, a tutti i libanesi e a tutte le forze politiche, la solidarietà, l’unità e l’azione comune. Tutto ciò servirà a superare gli effetti di questo terribile calvario“. Con questo comunicato ufficiale, Hezbollah ha rotto il silenzio sull’accaduto.

Il chiarimento proviene da un ex agente CIA

L’ex agente CIA Robert Baer è intervenuto ai microfoni della CNN per raccontare la sua versione sull’accaduto. Egli non crede che il nitrato di ammonio sia l’unico responsabile del disastro che ha ucciso – finora – 157 persone e ne ha ferite cinquemila. “Era chiaramente esplosivo militare”, ha detto. “Non era fertilizzante, come il nitrato di ammonio. Ne sono abbastanza sicuro. Guardate la palla di fuoco arancione. È chiaramente esplosivo militare“.

Tutta quella nube bianca che si intravede all’inizio dell’esplosione rappresenta l’indubbia presenza del nitrato, ma secondo Baer la colpa principale va affibbiata alle armi presenti nel porto. “Ho lavorato in Libano per anni e nessuno vuole ammettere che tenevano esplosivi militari nel porto“.

Nel deposito del porto di Beirut erano immagazzinate 2.500 tonnellate di nitrato d’ammonio, le quali vennero sequestrate quasi sette anni fa da una nave. “È inaccettabile che 2.500 tonnellate di nitrato d’ammonio fossero tenute immagazzinate in condizioni poco sicure. Un’inchiesta è in corso per appurare cosa abbia provocato l’esplosione“, ha dichiarato il presidente Aoun. I libanesi hanno promesso punizioni severe nei confronti di coloro che si sono marchiati di questo terribile crimine.

Un’enclave geopolitica in serio pericolo

Il segretario generale del Partito libanese Christian Kataeb, Nizar Najarian, è stato ucciso in questa potente esplosione. Essa mira a destabilizzare la convivenza pacifica tra musulmani sciiti e cristiani maroniti. Un po’ come avviene in Siria. Si tratta dell’alleanza più forte che tiene in piedi il governo contro le proteste degli ultimi mesi guidate dall’organizzazione CANVAS e dalle sanzioni imposte dagli USA nei confronti degli Hezbollah.

Come è noto a molti, gli Hezbollah sono invisi agli USA e ad Israele perché da sempre alleata dei Pasdaran, il corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell’Iran. Entrambe sono – inoltre – alleate di Bashar al-Assad in Siria.

Tutto quello che succede in Medio Oriente, sia in Egitto, sia in Siria, sia in Iraq, è una guerra che ha due dimensioni. In Iraq e in Siria, la guerra è tra sunniti e sciiti; in Egitto la guerra è tra fondamentalisti, tra cui i Fratelli musulmani, e i moderati. Sono guerre senza fine ma, mi dispiace di doverlo dire, ci sono dei Paesi, soprattutto occidentali, ma anche dell’Oriente, che stanno fomentando tutti questi conflitti. Bisogna trovare una soluzione a tutti questi problemi. Nelle guerre in Medio Oriente i cristiani pagano il prezzo più alto“. Queste sono le parole di Bechara Boutros Rai, patriarca della Chiesa cristiana maronita che è in comunione con quella cattolica e riconosce come Primate il Papa.

Ecco perché secondo alcuni analisti internazionali, dietro l’attentato di ieri vi è la mano di Israele e del Mossad, il controspionaggio israeliano più crudele al mondo. Un generale dell’esercito libanese ha inoltre riferito che Israele ha lasciato cadere un’arma nucleare tattica sul porto di Beirut col fine di far crollare l’attuale regime e sradicare la forza di Hezbollah.


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