Premetto che l’aspetto politico della Fase 2 ci interessa trattarlo meno. Privilegiando l’aspetto economico, quali business far ripartire, e come risolvere l’aspetto del “distanziamento” rendendolo compatibile con una gestione manageriale dell’attività.
Gestione Conte
Oggi più che mai, purtroppo, la fase politica si riverbera irrimediabilmente sulla sfera economica del Paese Il Premier Conte la sta gestendo aggrappandosi ai virologi, componenti di una task force “ipertrofica” di titoli e ricerche scientifiche, specie quelle relative ai vaccini. Quindi le valutazioni di “apertura” devono essere commisurate al numero delle vittime (presunte) che esse comporteranno. Se volete rischio quasi zero riaprite quando il vaccino sarà distribuito a 60 milioni di persone, con buona pace di tutti quelli che da oggi – al comodo dei loro posti fissi e delle loro postazioni in smartworking – inneggiano all’apertura catastrofica delle “gabbie” ed alla nota “teorica” irresponsabilità dell’Italiano medio.
Problematiche del distanziamento
Probabilmente, il distanziamento ci pare non facilmente praticabile per alcune attività. Da oltre un secolo l’industrializzazione ha marciato a braccetto con la mobilità dei lavoratori, e la mobilità è stata (è) solo di massa. Sembrerebbe non praticabile l’obiettivo con i mezzi pubblici attuali, a meno di abbattere il livelli di servizio, raddoppiando tempi e costi.
I ristoratori
In tv tra le tante cose viste, si è notato un ristoratore che, seguendo i virologi, aveva rifatto il layout della propria sala. Per mantenere la distanza di un paio metri fra i commensali aveva dovuto rinunciare a oltre il 70% dei coperti, auto distruggendo il suo conto economico. Peggio, certi clienti potrebbero chiedere ai camerieri il “patentino di immunità”. Ha ragione quel noto ristoratore televisivo, “ci vorranno almeno due anni per ripartire bene”. Ma per lui il problema non si pone, i suoi clienti sono già vincitori della guerra al Virus, a loro che il prezzo, per coprire i maggiori costi, passi da 300 a 500 € a cranio, poco importa. Invece, alla riapertura i clienti del ristoratore “medio” avranno cambiato status: da classe media a cassaintegrati, disoccupati cronici, ovvero a casa sul divano del reddito di cittadinanza.
Continuano i Diktat
Dal loro autorevole canto, i politici continuano con i loro “diktat” costituzionalmente dubbi, cavalcando professionalmente il terrore del “Virus” sulla massa dei cittadini, supportati da virologi-attori, costoro sono tutti, in qualche modo, dipendenti dello Stato, per loro le mitiche regole di mercato non valgono, lo stipendio a fine mese arriva comunque. Cassa integrazione in deroga, prestiti bancari sono istituti che non li riguardano, materia solo da dibattere nei talk show.
I “nemici mortali”
Adesso si stanno dedicando ai loro nemici mortali: i lavoratori autonomi e le imprese. Questi sono gli ultimi “liberali” rimasti e vanno azzerati. Come? Dopo averli trattati per anni da “untori del nero”, ora li costringeranno a fallire e chiudere. Se riaprono, sottostando al nuovo scenario, dilapidano i loro risparmi e falliscono, se non riaprono useranno i loro risparmi per sopravvivere qualche anno per raggiungere poi, sul divano del reddito di cittadinanza, tanti altri baldi giovani
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