“Bergamo ha un debito con Palermo”: il grande gesto del sindaco Gori per lo Zen

La solidarietà palermitana è stata immediatamente ricambiata dai bergamaschi con l'invio di dispositivi elettronici per la teledidattica ai bimbi dello Zen.

Bergamo Palermo

La solidarietà di Bergamo

Bergamo non dimentica l’ospitalità palermitana. Due città che, seppur geograficamente lontane, si sono ritrovate più vicine che mai in questo periodo di pandemia. Difatti, per ben 15 giorni, i 24 turisti bergamaschi compagni del primo caso di Covid in Sicilia, hanno alloggiato presso l’Hotel Mercure. Durante quei giorni lunghi e difficili sono state tante le manifestazioni di solidarietà da parte dei dipendenti del Mercure e dei cittadini palermitani.

Questi gesti non sono stati dimenticati. I bergamaschi hanno risposto all’appello della scuola “Giovanni Falcone” del quartiere Zen, i cui studenti, senza tablet e pc, non possono seguire le lezioni online. Gli artigiani, i cittadini e la Protezione Civile di Bergamo hanno collaborato per donare i dispositivi ai bimbi dello Zen e la raccolta è ancora aperta.

Noi abbiamo un debito con Palermo. All’inizio di questa epidemia alcuni nostri concittadini sono stati messi in quarantena in un albergo. Sono stati accuditi e coccolati, ora vogliamo restituire una disponibilità e una solidarietà che abbiamo ricevuto” ha dichiarato il sindaco Gori.

Dimesso il secondo bergamasco ricoverato a Palermo

Nella mattinata di ieri è stato dimesso, dal reparto di Rianimazione dell’ospedale Civico di Palermo, anche il secondo paziente bergamasco trasferito in Sicilia il 14 marzo scorso per mancanza di posti in Lombardia. Adesso l’uomo di 61 anni si trova nuovamente nella sua regione d’appartenenza per completare la riabilitazione.

«Sono felice. In questo reparto mi hanno voluto bene, mi hanno amato e guarito. Mi sento fortunato, un sopravvissuto. Ci sono tanti che mancano, anche nel mio paese, dove su 8 mila abitanti ne sono morti più di cento. Noi veniamo in Sicilia spesso e l’amiamo per la sua diversità»

A Palermo l’uomo è stato seguito dal primario Mazzarese e dalla sua squadra di professionisti sanitari, i quali sono riusciti a salvare anche un altro uomo proveniente dalla Lombardia. “Dopo oltre un mese di assistenza ventilatoria, hanno acquisito nuovamente un’autonomia respiratoria e sono stati dimessi. È stata una sfida nella sfida, che abbiamo vinto, che ci riempie di orgoglio come medici e come siciliani” ha sottolineato Mazzarese.


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