Coronavirus, 28 migranti positivi sulla nave quarantena a Porto Empedocle

La Sicilia rischia una nuova escalation a causa del continuo approdo di migranti positivi al Coronavirus. Roma, nel frattempo, perdura nel suo silenzio.

Coronavirus Sicilia

Le parole del presidente Musumeci

Ventotto migranti positivi al Coronavirus. Sono sulla nave in rada a Porto Empedocle, soluzione che con caparbietà abbiamo preteso il 12 aprile scorso dal governo centrale per evitare che si sviluppassero focolai sul territorio dell’Isola, senza poterli circoscrivere e controllare. Oggi si capisce meglio quella nostra richiesta. E chi ha vaneggiato accusandoci quasi di razzismo, oggi si renderà conto che avevamo ragione. Nelle prossime ore andranno adottati provvedimenti sanitari importanti al principio della precauzione. Voglio sperare che a nessuno venga in mente di non coinvolgere la Regione nelle scelte che dovranno essere assunte.

Le parole del presidente Musumeci non si sono fatte attendere. C’è un anelito di rabbia – più che giustificabile – in ciò che ha riferito sul suo profilo Facebook. La Sicilia, sempre più sola nella questione migranti, rischia un’escalation catastrofica. Il continuo approdo delle Ong, le quali permettono lo sbarco indiscriminato a centinaia di migranti, potrebbe compromettere una situazione sanitaria relativamente stabile.

Però “son arrivati i turisti”… positivi al Coronavirus

Le dichiarazioni del viceministro Cancelleri riportate in questo articolo, oggi, fanno ancora più rabbia. Il governo centrale sembra essere all’oscuro delle condizioni nelle quali versa la nostra regione. Oppure – e forse sarebbe più corretto definirlo così – Roma ci sta totalmente ignorando.   Non servono a nulla le solite parole del Presidente del Consiglio di turno a proposito del ponte sullo Stretto. La Sicilia merita maggiori attenzioni sul piano sanitario in questo preciso momento.

Il ministro Lamorgese dovrebbe attivarsi per assicurare alla Sicilia più garanzie, ma nel frattempo continuano gli approdi. Servirebbe un decreto per la sicurezza sanitaria, onde evitare l’arrivo di malattie già conosciute (vd. Tisi) o la creazione di nuovi focolai di Coronavirus. La Sicilia non può sobbarcarsi tutto questo enorme peso. La fase più critica del Coronavirus è stata magistralmente gestita dai nosocomi regionali e dalle politiche decise a Palermo.

Adesso non si può buttare tutto per aria. È necessario attuare dei protocolli per salvaguardare la vita del nostro territorio. Una nuova “Fase 1” porterebbe al tracollo totale della nostra economia, oltre che – in primis – delle nostre strutture sanitarie e della vita dei nostri corregionali. Accoglienza sì, ma non indiscriminata. La nave quarantena “Moby Zazà” non ha posti illimitati per ospitare chiunque.

Preservare la salute dei siciliani non è una forma di razzismo, né nei confronti dei migranti, né verso coloro che scendono dal Nord. Il Meridione – la Sicilia nel nostro caso – si è comportata diligentemente. Adesso i suoi sforzi non possono essere vanificati dal silenzio di Palazzo Chigi e delle alte cariche dello Stato. Le Ong vanno monitorate e bloccate in caso di infrazioni. Gli “sbarchi fantasma” devono necessariamente essere controllati dalle FdO. Stiamo rischiando parecchio.

Roma, ci sei? 


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