Il paese del G7 meno colpito
Il Giappone è il paese del G7 meno colpito dalla pandemia da Covid-19. Dagli ultimi dati si evince la presenza di 3.508 contagi e 84 vittime, ma rispetto agli altri stati facenti parte dell’organizzazione intergovernativa, il “paese dell’origine del Sole” è ancora parecchio indietro.
Oggi è arrivato l’avvertimento da Yuriko Koike, la governatrice della città di Tokyo, per una possibile esplosione di casi di Coronavirus.
Nella capitale giapponese si sono registrati – soltanto oggi – 97 casi. Nel resto del paese i contagi confermati sono 180. La stessa governatrice ha inoltre chiesto ai suoi cittadini di rimanere in casa, poiché la situazione sta diventando ancora più grave. Ai contagi già enunciati precedentemente sono già stati aggiunti i 712 della Diamond Princess, la quale è stata in quarantena a febbraio nel porto di Yokohama.
Nessun blocco alla vita sociale
Dall’inizio della pandemia da Covid-19, il Giappone non ha imposto nessun blocco alla vita sociale. Le scuole sono state chiuse, ma i treni rimangono affollati nell’ora di punta e i ristoranti lavorano normalmente. A differenza delle draconiane misure imposte nel resto del mondo, il Giappone continua a vivere “quasi” come se nulla fosse. Oggi però è arrivato il monito da parte di Yuriko Koike. Dunque il Giappone sembra pronto a cambiare volto per fronteggiare la pandemia.
Culture differenti
Rispetto ai paesi occidentali – Russia inclusa – in Giappone non si praticano le strette di mano e gli abbracci. Anzi, meno contatto fisico c’è e più si vive meglio, secondo il pensiero comune. Inoltre l’igiene personale è un aspetto fondamentale nella vita di ogni giapponese. Difatti il comune nipponico lava molto più frequentemente le mani – in media – rispetto ad un occidentale qualunque. Inoltre gli stessi funzionari giapponesi non sono d’accordo con la prassi di effettuare il tampone a tutti.
Si continuerà ad utilizzare il metodo del tampone soltanto per chi presenta dei sintomi acclarati. Secondo le dichiarazioni del funzionario del ministero della Salute Yasuyuki Sahara è inutile somministrare il test a tutti soltanto perché sono “preoccupati” dall’insorgenza del Coronavirus.
Paragoni scomodi tra Italia e Giappone
Fare un paragone tra l’Italia e il Giappone risulta difficile. La quarantena in Italia è prevista soprattutto per la mancanza di posti letto per i casi meno gravi. In Giappone vi è il triplo dei letti rispetto al nostro Paese e agli USA e il settuplo rispetto al Regno Unito e al Canada: si contano ben 13 posti su 1000 abitanti nel paese nipponico. (Clicca qui per leggere tutti i numeri europei)
Sono dati che fanno impallidire un po’ tutti. Finora non c’è stato alcun picco, ma la situazione attuale denunciata dalla governatrice di Tokyo sembra volgere al peggio.
Le nuove direttive per chi viaggia verso il Giappone
A partire dalle 23.59 del 2 aprile, le persone provenienti dall’Italia e dirette in Giappone che siano in possesso di un “Permanent Resident” status o di un “Long Term Resident” status, nonché quanti siano coniugi di cittadino giapponese – ovvero coniugi o figli di persone con “Permanent Resident” status – non saranno respinte alla frontiera. In tali casi, le autorità d’immigrazione giapponesi prevedono un test PCR per verificare che si sia negativi al COVID -19 e richiedono una quarantena di 14 giorni presso la propria abitazione. Le persone con status di “Permanent Resident” che lasceranno il Giappone dopo il 2 aprile non potranno tuttavia rientrare in Giappone fino alla fine dell’”Entry Ban“. (Per maggiori informazioni, clicca qui)
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