Coronavirus, Usa prossimo epicentro. Trump: le attività ripartiranno presto

Trump è deciso, l'economia statunitense deve ripartire. Nel frattempo le vittime salgono a 500 e la Casa Bianca sembra essere sempre più smarrita.

Trump

Scontro al vertice

È scontro al vertice negli Stati Uniti tra il presidente Trump e il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo. Donald Trump – da buon capitalista americano – non riesce ad accettare il blocco delle attività economiche statunitensi per più di 30 giorni. «Sto parlando di settimane, non di mesi» ha dichiarato ieri sera. Ecco dunque l’anteporsi del primato del mercato e della produttività sulla società e sugli individui che la compongono.

I morti, secondo gli ultimi dati, hanno superato quota 500. Al termine della giornata più drammatica per gli Usa dall’inizio della pandemia, Trump è propenso ad addossarsi una grossa responsabilità. Al termine del “social distancing“, ovvero i 15 giorni di quarantena imposti alla popolazione statunitense, il presidente deciderà di far ripartire l’economia. Se riuscirà nel suo compito di far rialzare la cresta alla finanza americana e nel frattempo a bloccare il contagio, verrà sicuramente rieletto a novembre. Se dovesse fallire, la sua presidenza sarà condannata.

«Dobbiamo aprire il nostro paese, perché ciò causa problemi che, secondo la mia opinione, potrebbero essere molto più grandi». Il terrore non tanto recondito di Donald Trump è la terribile spada di Damocle della tragedia economica. Secondo le sue personali stime, i lutti per il crollo delle finanze sarebbero innumerevolmente maggiori rispetto a quelli per il virus. Dunque gli Usa si trovano di fronte ad un bivio: il primato economico o la vita dei cittadini?

La Casa Bianca è divisa

La Casa Bianca è divisa su più fronti. Alcuni consiglieri economici come Stephen Moore e Arthur Laffer stanno spingendo il presidente a riaprire le attività statunitensi. Di tutt’altra opinione sono i consiglieri medici, come il virologo Anthony Fauci e il “Chirurgo GeneraleJerome Adams. Secondo loro bisognerebbe chiudere tutto applicando il modello cinese. Trump è deciso ad ottenere entrambe le cose, poiché sostiene che l’influenza stagionale miete molte più vittime del Coronavirus e che gli Usa non possono farsi prendere dal panico.

Il presidente è convinto di poter agire in base agli insegnamenti provenienti dall’Occidente, ma è altresì chiaro il suo ritardo nella creazione di misure atte a prevenire il contagio. Prima il blocco dei voli dalla Cina, poi la situazione italiana hanno creato parecchia confusione nella mente dell’inquilino della Casa Bianca. Nel frattempo dal suo account Twitter si inizia a denotare la sua presa di posizione: “BACK TO WORK!“, ha da poco cinguettato il presidente. Mancano pochi giorni, dunque, alla decisione finale sul destino degli americani.

Da New York arriva l’opposizione democratica a Trump

Da New York arriva l’opposizione democratica del giurista Andrew Cuomo. Il governatore dello stato di New York ha affermato che: «Se lo scontro è fra la salute pubblica e l’economia, l’unica scelta possibile è la salute pubblica».  Si tratta di una scommessa grave e pericolosa, non si dovrebbe mettere un prezzo su una vita umana. Anche se la storia recente ci ha insegnato che questo paradigma è spesso disprezzato.

Gli americani si ritroveranno in una situazione paradossale com’è spesso capitato durante la loro storia recente. Dopo gli obblighi liberticidi post 11 settembre, gli americani saranno costretti a riaprire le saracinesche delle loro attività in piena emergenza da Coronavirus. Ai posteri l’ardua sentenza. Se Trump avrà successo, passerà alla storia come il più grande statista americano insieme a Roosevelt e il suo New Deal. Se dovesse fallire, la sua chioma bionda verrà gettata nel dimenticatoio.

 


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