Amuchina come bene di lusso?
Un comune prodotto come l’Amuchina per disinfettare le mani disponibile in ogni supermercato o farmacia ad un modico prezzo, è da qualche giorno salito incredibilmente di prezzo sui siti on-line: 500 € a flacone o scatola. Siamo di fronte – non ad un’operazione di marketing, – ma di truffa. Approfittarsene, in un momento di crisi generale dovuta dal covid-19, per moltiplicare esageratamente il prezzo del prodotto è da vili.
La stessa sorte è toccata alle mascherine: da 0,10 € a circa 70 € a confezione. Davvero paradossale! Per non parlare della corsa alla spesa pazza ai supermercati: è giusto che in via precauzionale si riempia la dispensa, ma svuotare gli scaffali ingaggiando delle vere e proprie risse è assurdo. Verranno mai utilizzati tutti questi viveri? O verranno gettati? D’altronde, come gli sciacalli abusano delle disgrazie, i levantini approfittano delle debolezze degli uomini.
Caso noto ai fatti è quello di fingersi membri della Croce Rossa per entrare nelle abitazioni degli anziani e con la scusa del tampone, derubarli. Dunque attenzione alle truffe. Seguite i notiziari e gli approfondimenti per essere sempre aggiornati. Badate bene: in questi giorni girano sul web migliaia di fake news. Filtrate sempre le notizie.
L’ideologia razziale per chi ha portato il “male”
Non solo allarme “epidemico”, ma anche razziale. Purtroppo in questi giorni molti asiatici sono stati vittime della cattiveria umana. Sputi su un treno nei confronti di una ragazzina, violenze verbali e fisiche nei confronti di una donna da parte di una coppia e una lite al supermercato contro un filippino, il quale era stato scambiato per cinese. Pochi, ma troppi esempi di attimi di follia psicotica contro persone “colpevoli” di essere gli untori del covid-19.
Boccaccio, Manzoni e le reazioni della società all’epidemia
Giovanni Boccaccio era un cristiano moderato, Manzoni un cattolico illuminista. La peste rappresentò per il Certaldese e per l’opinione pubblica del tempo un vero e proprio flagello divino. Secondo egli, cosa scatenò questa terribile epidemia? Sicuramente l’insolenza e i cattivi costumi delle persone. La peste viene rappresentata come una via di purificazione dal decadimento degli aspetti della vita, dal più materiale al più valoroso.
Bisogna dunque pagare il dazio per rinascere. I parenti vengono abbandonati dalle famiglie per paura della malattia, i servi godono dei dolori dei padroni e in tutta Firenze (e non solo) si muore con estrema facilità. I medici non sono preparati e la medicina non è evoluta. La “morte nera” farà il suo corso e permetterà all’uomo di capire qual è il suo vero scopo.
Il Decameron è senza ombra di dubbio uno dei testi che più ci fa capire come l’impronta sociologica in Boccaccio sia preponderante. Nei Promessi Sposi, Manzoni, all’interno dei capitoli XXXI e XXXII si riferisce alla peste del 1629-31. Essa, a differenza dell’opera del Certaldese, non ha una funzione di contorno, bensì di vero e proprio casus del racconto.
Renzo deve tornare a Milano per sposare Lucia e rendere grazie alla Provvidenza divina. Difatti la peste manzoniana non presenta gli stessi tetri e orripilanti tratti di quella boccacciana. Essa servirà al Manzoni anche per uccidere Don Rodrigo e trasmettere al lettore una lezione fondamentale: il potere terreno, per quanto esso possa essere forte, sarà sempre nulla in confronto al castigo divino.
Dunque l’epidemia prettamente pestilenziale viene vista dai due autori come un castigo divino nei confronti dell’ingerenza umana. Oggi, come ieri, certe reazioni alle epidemie provengono esattamente dal periodo precedentemente citato. La paura dell’altro genera mostri ancora più grandi dell’epidemia stessa. Come gli ebrei sono stati indicati come colpevoli della peste nera, oggi l’etnia mongoloide viene incriminata della diffusione del covid-19. La storia si ripeterà sempre, cambieranno soltanto gli interpreti e i nomi.
La banalità dell’odio nei confronti degli “untori” del covid-19
La saggezza e le comuni intenzioni possono sconfiggere la banalità dell’odio. Occorre ricordare, soprattutto in questi frangenti, questo discorso:
“Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra”.
Le parole della scienziata astrofisica di fama internazionale – Margherita Hack – risuonano oggi come un monito. L’uomo contemporaneo ha bisogno di pillole di tolleranza, non di odio. L’avversione è sintomo di chiusura mentale, di pochezza intellettuale. È insensato provare odio nei confronti dell’etnia mongoloide perché “hanno portato il Coronavirus in Italia”.
Codesti, infatti, appena l’epidemia del covid-19 ha preso piede, sono stati i primi a mettersi in quarantena e a costruire in soli 10 giorni un ospedale per curare gli infetti. Hanno sin da subito provveduto a risolvere il problema, ad analizzare i vari casi e a porvi rimedio. Come sia giunto in Italia non è del tutto chiaro. Il paziente 0 non è ancora stato rilevato. Però da subito si è manifestata una psicosi collettiva incredibile. Da nord a sud il nostro Paese è stato colpito, ma si spera di non affondare.
Le cose potevano essere gestite in modo differente? Probabilmente sì, ma trastullarsi al gioco delle colpe è meramente inutile in questo momento. Come futile è spargere veleno nei confronti dei non – italiani. Convertiamo la rabbia repressa in energia razionale, possiamo fare molto più da coscienziosi. È in momenti come questi che dobbiamo essere solidali nei confronti dell’altro. Il vero nemico non è il cinese, né qualsiasi altro appartenente all’etnia mongoloide; bensì il covid-19. Clicca qui per conoscere le ultime notizie dal Ministero della Salute italiano
Giulia De Gaetano & Marco Spada
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