Lo diciamo subito. Per noi, Musumeci ha ragione. Il voto segreto è da sempre un pallino del Presidente. Andiamo con ordine. Il presidente della V commissione chiede in aula il voto segreto su un emendamento che destina fondi per lo sport.
Si tratta di Luca Sammartino, deputato catanese di Italia Viva, già Pd. A quella richiesta – legittima in termini istituzionali, lo ricordiamo – il Presidente Musumeci chiede parola:
“Si vergogni Sammartino, in un momento come questo lei chiede di nascondersi dietro il voto segreto”, poi l’affondo che ha scatenato la bufera a Sala d’Ercole: “Mi auguro – ha aggiunto infatti Musumeci – che di lei e di quelli come lei si possa occupare ben altro palazzo. Lascio l’aula per protesta”.
A quel punto il governatore, evidentemente nervoso, ha lasciato il Palazzo, insieme ai suoi collaboratori, mentre in Aula proseguivano i violenti scontri verbali tra deputati e anche esponenti del governo: “E’ una minaccia” protestavano deputati di opposizione. Il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché è stato quindi costretto a sospendere l’Aula.
Micciché ha difeso il Parlamento nonostante si sia trovato in evidente difficoltà perché, nonostante i “patti” fossero altri – doveva essere la finanziaria della distensione – l’opposizione non ha perso tempo per riprendere il suo becero ostruzionismo. Una pratica, quella del voto segreto, in evidente contrasto col buon senso richiesto in un momento così difficile per la Sicilia. Ma per quanto di poco buon senso, prevista dai regolamenti.
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