La Fieg ha chiesto l’intervento dell’Agcom in quanto la diffusione illecita è aumentata esponenzialmente durante l’emergenza Covid-19.
Le parole del presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti:
«La Federazione degli editori di giornali ha chiesto ad Agcom un provvedimento esemplare e urgente di sospensione di Telegram, sulla base di un’analisi dell’incremento della diffusione illecita di testate giornalistiche sulla piattaforma che, durante la pandemia, ha raggiunto livelli intollerabili per uno Stato di diritto. Le perdite subite dalle imprese editoriali è allarmante. Stimiamo 670mila euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno: un dato che richiede di intervenire con fermezza e tempestività».
«Al rischio del consolidamento di una pratica illecita, quella di leggere gratuitamente i giornali diffusi illecitamente via chat, si aggiunge quello di veder distrutti il lavoro e gli investimenti delle migliaia di persone che mantengono in vita la filiera produttiva della stampa: dagli editori ai giornalisti, dai poligrafici, ai distributori e agli edicolanti, tutti impegnati, tra molti sacrifici, a garantire la continuità di un bene primario, quale quello dell’informazione, che, mai come in questo momento, è chiamato ad assolvere la sua più alta funzione di diritto costituzionalmente garantito».
Il social russo cresce indisturbato
Le copie di giornali e riviste diffuse illecitamente, ogni giorno, sono sempre più numerose su Telegram. Il servizio di messaggistica istantanea e broadcasting, nato e sviluppato in Russia nel 2013 dai fratelli Nikolaj e Pavel Durov, fondatori anche del social network russo VK. La sede della piattaforma si trova a Dubai, possiede milioni di utenti in Italia e nel mondo ed è in continua crescita. In particolare, il 14 Marzo 2019, Pavel Durov ha affermato:
“3 milioni di nuovi utenti si sono iscritti nelle ultime 24 ore”.
Tutto ciò coincide con i dati della Fieg, traducendosi in un danno enorme per gli editori e per tutta la filiera produttiva della stampa.
Telegram sta beneficiando inoltre della prolungata interruzione di qualche settimana fa di Facebook, WhatsApp e Instagram e dei loro continui malfunzionamenti. “Mors tua vita mea” è il caso di dirlo.
Analisi del fenomeno
I dati reperiti da fieg.it : “Dieci i canali monitorati, dedicati esclusivamente alla distribuzione illecita di giornali; 580mila gli utenti complessivi (46% di iscritti negli ultimi tre mesi) e un incremento dell’88% delle testate diffuse. L’analisi condotta dagli uffici della FIEG simula anche gli effetti di rimbalzo della copia pirata su piattaforme esterne a Telegram, sia relativamente al traffico dati e ai possibili rischi di rallentamento della rete, sia sulla quantificazione del danno.”
La pirateria editoriale è un reato
La lettura gratuita dei giornali, non autorizzata dagli editori, costituisce un reato perseguibile penalmente. Questo ha anche delle ripercussioni a un livello occupazionale, come ha ribadito Riffeser Monti. Dietro ogni copia che arriva in edicola c’è l’impresa di un editore, il lavoro di giornalisti, tipografi, fotografi, grafici, produttori pubblicitari, edicolanti, e di molte altre figure. Sulle piattaforme social, la situazione è grave. Nell’agosto scorso, la Fieg aveva identificato 143 domini web pirata contenenti il pdf di testate quotidiane. Il lavoro degli ultimi mesi della Guardia di finanza e della Polizia postale conferma l’emergenza. Sono state aperte infatti almeno 4 inchieste (Palermo, Roma, Milano, Cagliari) che hanno individuato diversi profili di pirati. Alcuni offrono sul mercato, a pagamento, password crackate per l’accesso alle testate. Altri la libera consultazione, assorbendo così dati personali dal suo dispositivo. Altri ancora condividono appunto in chat chiuse – principalmente WhatsApp e Telegram – un selezionato numero di testate.
Uno stralcio del report Fieg “La pirateria editoriale ai tempi del Covid-19”
“In questa fase di emergenza globale causata dal COVID19, l’intera filiera produttiva della stampa è impegnata a garantire la continuità di un bene primario, quale quello dell’informazione, che, mai come in questo momento, è chiamato ad assolvere la sua più alta funzione di diritto costituzionalmente garantito. Tale impegno ha comportato significativi oneri a carico di un settore già duramente colpito da una crisi strutturale.
L’essere costretti a restare in casa sta spingendo la popolazione a privilegiare sempre di più l’utilizzo di formati digitali; inoltre, questi dati confermano il bisogno degli utenti italiani di accedere ad una informazione corretta, affidabile e verificata, avvertita come unico presidio contro le fake news.
Nonostante, dunque, persista un concreto interesse da parte degli utenti per l’informazione di qualità, gli editori di giornali registrano un calo vertiginoso delle vendite, con l’effetto di una notevole contrazione dei ricavi e, quindi, anche della possibilità di investire, sperimentare, innovare.
Attualmente, il fenomeno che desta maggiori preoccupazioni è legato alla diffusione illecita di contenuti attraverso le piattaforme social, telefoniche o di messaggistica istantanea. Su tutte spicca Telegram, che si distingue per la particolare pervasività e capacità di propagazione.”
© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo