GodBye Zlatan: Ibrahimović annuncia il ritiro. Che quella di ieri sarebbe statao l’ultimo giorno dello svedese come giocatore del Milan era cosa nota. Quello che nessuno si aspettava, famiglia, e compagni compresi, era che quello di ieri sarebbe stato anche il suo ultimo giorno da calciatore. Una volta conclusosi il match infatti, Zlatan ha spiazzato tutti, annunciando il ritiro.
Un ritiro che se da una parte era nell’aria, dopo una stagione travagliata a causa dei numerosi infortuni che hanno impedito a Ibra di giocare, dall’altra lascia tutti di stucco, soprattutto chi, vedeva ormai per certo un approdo dello svedese al Monza.
Dal suo secondo ritorno al Milan, Ibrahimović, ha preso per mano una squadra diversa da quando aveva lasciato i rossoneri nel 2010. Si è ritrovato con un gruppo di ragazzi, che avevano forse toccato uno dei punti più bassi della storia recente rossonera.
Ciò nonostante, a 38 anni e con una carriera da fuoriclasse assoluto alle spalle, lo svedese si è messo a disposizione. Ha aiutato la squadra dentro e soprattutto fuori dal campo, come sottolineato spesso da Rafael Leao, che ha definito Ibrahimović una figura paterna, cruciale per la sua crescita. Crescita del portoghese e di molti altri giocatori, come Sandro Tonali, coronata lo scorso anno con lo scudetto.
Oggi a 40 anni, lascia anche Zlatan, uno dei numeri 9 più forte e completo degli ultimi anni. Capace di abbinare a un talento cristallino, una cattiveria senza precedenti e un ego fuori dal comune. Lui che è cresciuto tra i ghetti di Malmö come ha sempre voluto ricordare a tutti. Lui che è cresciuto rubando biciclette e facendo a botte con i più grandi. A quel giovane che ha incantato gli occhi di migliaia di tifosi, prima in Olanda, poi in Italia, in Spagna, in Inghilterra, negli USA e poi di nuovo a Milano.
A quel ragazzo, che si è affacciato sulla scena mondiale in punta di piedi, a testa bassa, con un gioco plasmato dalla strada. Quel ragazzo, che arrivato a Torino, alla corte di Fabio Capello è diventato un uomo, e una macchina da gol.
Quello stesso ragazzo, che in Olanda, provocò Marco Van Basten, fino ad esordire entrando al suo posto. Oggi quello stesso ragazzo, violento e testa calda è diventato un padre, che lascia una famiglia per dedicarsi ad un’altra, fuori dal rettangolo di gioco.
Oggi quel ragazzo, che rubava biciclette e contava i soldi per comprare un paio di scarpe potrà dirsi di avercela fatta, ispirando milioni di ragazzi a essere come lui.
GodBye Zlatan
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