Cosa hanno Ennio Flaiano e Pier Paolo Pasolini in comune? Entrambi sono volti noti del Novecento italiano ed entrambi sono nati il 5 Marzo! Figure totalmente opposte sia sul piano politico che sul piano culturale.
Ennio Flaiano lo “scrittore pigro”
Pescara, 5 marzo 1910. Nasceva Ennio Flaiano. Scrittore, giornalista e sceneggiatore. Lavorò con Federico Fellini per la sceneggiatura dei capolavori come “La strada” , “La dolce vita” e “8 1/2”. Esordì come giornalista nel 1933: questa fu la sua attività principale che praticò per circa 40 anni! Collaborò con diverse testate come “Oggi”, il “Corriere della sera” ed il “Mondo”. Quest’ultima testata era diretta da Mario Pannunzio,giornalista e politico fondatore del rinato Partito Liberale. Negli anni ’50 egli elaborò un progetto editoriale al fine di creare uno spartiacque, una via, tra i democristiani e i comunisti. Flaiano accettò con entusiasmo la proposta in quanto era consapevole di poter esprimere il proprio “liberalismo illuministico ed individualistico” senza censura.
Come giornalista in generale, trattò di diverse tematiche, dalla satira alla critica. Egli elaborò anche una propria concezione di “critico cinematografico” affermando <<era uno che non capiva niente di cinema e faceva un pezzo sul cinema parlando di altro. Era l’unico modo per protestare contro il fascismo”>>
Flaiano infatti, prende le distanze dall’antifascismo, in modo particolare da quello rivoluzionario comunista. Egli critica aspramente tutti coloro che si proclamarono inizialmente super fascisti durante il fascismo e che, con un volta gabbana, si convertirono alle nuove tendenze dichiarandosi antifascisti. Con sarcasmo egli afferma <<se non si è di sinistra a vent’anni e di destra a cinquanta, non si è capito nulla della vita>>. Possiamo dunque impiegare all’autore un pensiero politico di destra. <<Essere comunisti è un lusso>> esortava <<non me lo posso permettere>>
Ennio Flaiano fu un personaggio molto complesso che non venne del tutto compreso durante i suoi anni. Oggi invece, rappresenta una figura di spicco nel panorama culturale Novecentesco. Venne definito come uno “scrittore pigro”. Il suo era un linguaggio semplice, senza troppe pretese. Nel 1947 vinse il premio Strega con il romanzo dal titolo ” Tempo di uccidere” : il libro raccontava la guerra in Etiopia del 1936. Anni dopo verrà preso come spunto dal registra Giuliano Montaldo per la sua pellicola dal titolo omonimo. Morì a causa di un infarto a Roma, il 20 novembre del 1972.
PPP: Pier Paolo Pasolini
Bologna, 5 marzo 1922. Scrittore, regista,sceneggiatore e giornalista. Pier Paolo Pasolini è uno dei più grandi artisti del XX secolo. Fu il primo di due figli, visse in Emilia con la famiglia. La mamma aveva origini del Friuli: famose sono le sue prime poesie in dialetto friulano. Un evento drammatico sconvolse la sua vita ovvero, la morte del fratello Guido, assassinato dai partigiani comunisti.
Nel 1945 si laurea Bologna con una tesi su Pascoli: gli eventi di quegli anni lo portarono ad aderire al Partito Comunista <<Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui>>
L’esser omosessuale alla fine degli anni 40 era uno scandalo. Non è un mistero che l’autore lo fosse. Egli infatti venne denunciato per atti osceni e per corruzione di minore: venne processato ma fu assolto. Venne buttato fuori dal PCI. Ma nonostante ciò, continuò la sua adesione a pensiero marxista vissuta come un sollecito all’impegno civile.
Nel ’50 si trasferì a Roma con la madre dove insegnò in una scuola media parificata e contemporaneamente si dedicò all’attività di giornalista. Collaborò con diverse testate come «Il Quotidiano», «Il Popolo di Roma» e «Libertà d’Italia». In questi stessi anni entrò in contatto con volti noti e importanti della letteratura dell’epoca come Alberto Moravia, Elsa Morante. Nel 1955 pubblicò il suo primo romanzo Ragazzi di Vita. Successivi sono Una vita violenta (1959), Teorema (1968)
Non solo una vita dedita alla scrittura ma anche al cinema. Da regista girò molte pellicole come Il Vangelo secondo Matteo (1964), Edipo re (1967) Medea (1969) e l’ultimo suo film Salò o le centoventi giornate di Sodoma (1975).
Il mistero della morte di PPP
Nella notte tra 1 e 2 novembre del 1975, Pasolini venne ucciso all’idroscalo di Ostia ufficialmente da un diciassettenne, Nino Pelosi. Ad aver acceso gli animi fu una proposta per avere un rapporto sessuale da parte dello scrittore, rifiutata dal ragazzo. La ricostruzione dei fatti, narrata da Pelosi, però risulta molto lacunosa. Egli infatti sostiene di aver colpito Pasolini con una mazza. Perché nei vestiti del ragazzo non sono state rinvenute tracce di sangue? Pelosi quella sera non era solo. O meglio, Pelosi venne utilizzato come capro espiatorio da una banda di uomini: lo stesso infatti, nel 2005, li indicava aventi un accento siciliano ed un’Alfa Romeo targata Catania.
Pasolini non piaceva perché era omosessuale, perché era comunista, perché era un ribelle. Ritrattare dopo trent’anni è facile, soprattutto quando si tratta di un mistero così complesso che copre molte facciate. Dopo quasi cinquant’anni non si ha ancora una verità chiara e definita.
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