Si sa, non ci sono soldi a Milazzo nelle casse del Comune. Non ci sono neanche idee. E non si vede neanche da tempo l’Assessore Salvo Presti. Agli eventi presenzia solo l’Assessore al Turismo Pierpaolo Ruello. Di Presti invece, non si hanno tracce: non pervenuto. Il Castello continua a essere abbandonato al suo destino tra sporcizia, degrado e pochezza di offerta culturale. Oltre la conferenza stampa di un mese fa per presentare una brochure della solita associazione amica, il nulla. A parte gli errori anche gravi contenuti nella brochure, c’è una vicenda che colpisce più di altre.
Cinque mesi fa il caro Assessore, impegnato nella redazione di post al veleno sul suo profilo Facebook, ha letteralmente buttato fuori dal Castello, per il tramite dello sponsor Laura Ryolo, l’associazione Storia Patria di Milazzo che aveva allestito, di concerto con lo sponsor, un punto espositivo multilingue sulla storia del Mastio quale carcere giudiziario ed una mostra molto interessante sulla Prima Guerra Mondiale e sui campi di prigionia che si trovavano ai piedi della cinta aragonese, motivando: “per un principio di alternanza dell’uso dei beni pubblici, si è palesata la necessità di usare quegli stessi spazi, rimessi strutturalmente in decoro per la Mostra sulla Grande Guerra, per altra finalità culturale, comunque valida nella mia visione, e che da qui a breve consentirà, su tutt’altra materia, di realizzare finalità divulgative tra i più giovani, pubblico che ho particolarmente a cuore ad avvicinare ai luoghi della Cultura”.
Fin qui le parole dell’assessore alla Cultura. A ben 5 mesi di distanza quegli spazi rimangono tuttavia miseramente chiusi e, come tutti i locali chiusi, esposti a umidità e muffe, abbondanti nei vetusti fabbricati del Castello. Ovviamente l’Assessore ai Beni Culturali ha voluto fare un torto all’Associazione Storia Patria, la quale senza gravare un solo centesimo sul bilancio comunale aveva allestito il punto espositivo e la mostra sulla Grande Guerra. Un benservito che fa il paio col minacciato sfratto, indirizzato alla stessa associazione, relativo agli spazi del Molo Marullo, allestiti per commemorare Luigi Rizzo. La promessa di altra finalità culturale era quindi un palliativo, una scusa, una grossolana fake news, di quelle tanto odiate dal Super Assessore, tra i più attivi nella sua giunta (almeno sui social).
Intanto il Castello è sommerso dalle erbacce, delle rampe per i disabili non vi è traccia, la fonderia chiusa, i bagni e le strutture vivono nella sporcizia e di offerte culturali alternative neanche l’ombra. Mortificato da un Sindaco che consegnerà le sue responsabilità alla città tra tre mesi, l’assessore Presti è rimasto solo, senza consiglieri, senza portfolio, senza idee e con lo spettro che il suo partito, Italia Viva, secondo indiscrezioni, confluirà nella coalizione di centrodestra. Ennesima umiliazione per il renziano Presti. Eppure, basterebbe lasciare Facebook e mettersi a lavoro, per la dignità del suo incarico, retribuito dai cittadini. Manca davvero poco, un colpo di reni potrebbe quanto meno giovare ai turisti in vista della stagione estiva.
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