Il Prof di Pace del Mela che potrebbe aver trovato la cura al covid

Si tratta di Francesco Pagano, originario di Pace del Mela, il professore salutato dal Presidente del Veneto per il suo lavoro di ricerca sul coronavirus

Il Coronavirus sta piegando il Nord Italia da settimane. Ora arriva una speranza più che abbozzata. Ed è lo stesso Presidente della Regione Veneto a ringraziare i ricercatori dell’Università di Padova, in particolare il Prof. Francesco Pagano, originario di Pace del Mela, nel messinese.

La notizia data dal Presidente Zaia

«La bella notizia di oggi e che verrà presto pubblicata sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine che ci rende orgogliosi, perché la Fondazione per la Ricerca Biomedica Avanzata e l’Istituto Veneto di Medicina Molecolare in collaborazione con l’ Università di Padova e la Regione Veneto, in virtù dell’ intuizione del prof. Francesco Pagano, che guardando i dati dei malati Covid ha visto che il coronavirus utilizza il vettore-enzima per entrare nelle cellule da infettare è lo stesso enzima che viene inibito dai farmaci contro il tumore alla prostata. E si è vista quindi una seria correlazione di casi trattati per il cancro alla prostata con questo farmaco e il coronavirus: chi è stato trattato con questo farmaco non ha avuto problemi di coronavirus».

Lo studio in atto

Lo ha annunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia ieri nel punto stampa. «Con il prof.  Pagano sono stati valutati già 130 pazienti, c’ è già una pubblicazione in corso, e questa rischia di essere veramente la chiave di volta o quantomeno una delle più importanti chiavi di volta, perché se sarà confermato fino in fondo questo studio che esiste questa correlazione, abbiamo un farmaco che inibisce un enzima e che potrebbe inibire il coronavirus” ha spiegato. «I miei complimenti vanno quindi al prof. Pagano alla Fondazione per la Ricerca Biomedica e a tutti quelli che hanno lavorato a questa ricerca», ha concluso.

Le parole del Prof. Pagano

«Nella prostata c’ è un enzima che facilita l’ ingresso del coronavirus nella cellula – ha spiegato Francesco Pagano – si tratta del TMPRSS2, che è studiato come marcatore tipico del tumore alla prostata. Riteniamo che usando la terapia antiandrogena, si potrebbe allora anche bloccare il coronavirus. Questo perchè si presume che il meccanismo sia lo stesso». «Alla luce delle evidenze che questa terapia è in grado di fermare lo sviluppo del tumore alla prostata – ha affermato il professor Alimonti – la stessa potrebbe rivelarsi efficace anche contro l’ infezione da Sars-CoC-2». E questo, aggiunge il professor Pagano, «potrebbe anche spiegare l’ alta percentuale di decessi fra gli uomini, in particolare gli anziani».


© Riproduzione riservata - Termini e Condizioni
Stampa Articolo