La fase 2 a Milazzo tra pessimisti e ottimisti: e il coronavirus?

Non ci sono nuovi casi, i fuori sede rientrati hanno finito la quarantena. Qualche piccolo assembramento non deve destare preoccupazione: confusione nel primo giorno della Fase 2.

Ieri in un breve video il Sindaco Giovanni Formica ha commentato il primo giorno della fine del lockdown, la cosiddetta fase due. Questa prevede il ritorno alla semi-normalità con passeggiate e attività motorie consentite anche fuori dalle proprie abitazioni e oltre il limite precedente dei 200 metri. Ieri ne abbiamo parlato su Facebook (video in fondo all’articolo) e, tutto sommato, la sensazione è stata che poteva anche andare peggio.

Ci sono due fattori importanti: il primo è che se non si pongono delle fasce orarie diventa difficile poter prevedere che 20 mila persone non si fiondino nella stessa fascia oraria sul lungomare. E questa è già una prima occasione di incontri sociali difficili da depistare. Si potrebbe pensare a fasce orarie per le scuole – ieri tantissimi ragazzini in assembramento – e per gli over 50, per esempio.

Il secondo fattore è che oltre qualche “irresponsabile” la stragrande maggioranza dei milazzesi si muove in mascherina e al massimo in coppia. Supponiamo quindi si tratti di persone che già coabitano. Va detto che a Milazzo non si sono registrati nuovi casi e che i quasi 400 rientrati dal Nord hanno finito la quarantena. Il virus, quindi, non c’è.

Che è quello di cui parlava Bassetti: l’obiettivo della fase 1 non era tanto isolare noi ma il virus. Se questo è avvenuto con successo nelle piccole comunità a Milazzo, sia per buon senso che per una buona dose di fortuna, di focolai non se ne sono registrati e ad oggi, il virus, molto semplicemente, non c’è. Questo non vuol dire che non possa tornare o che non si possano registrare nuovi casi.

Ma oggi, rispettando le norme del distanziamento, evitando gli assembramenti e indossando le mascherine, abbiamo le armi necessarie per evitare i focolai. E questo è molto più che una semplice speranza ottimistica. Milazzo, come la Sicilia, ha bisogno di ripartire.


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