L’apatia e il cinismo: l’indifferenza che sta cambiando Milazzo

La mondanità come conformità e un dilagante nulla affliggono i giovani a Milazzo. Ecco la riflessione del giorno alle porte dell’estate.

Da tempo Milazzo vive una suggestione. Quella dell’apatia e dell’indifferenza di molti milazzesi per “casa propria”. Una spiegazione sociologica rispetto a questo fenomeno è forse riduttiva. Si tratta di quello spiacevole atteggiamento iper-critico verso tutto e tutti, quella invidia mal celata, il tentativo di screditare le persone che si realizzano, che restano o che partono. Una mentalità da paese di provincia che troppo spesso si traduce in mancanza di interesse verso ciò che ci circonda, verso la bellezza e l’amore per la città. In una delle città con il più alto indice demografico della provincia, con il più basso tasso di natalità e con la disoccupazione giovanile sempre più alta, il tentativo di screditare l’altro e’ diventato l’alibi ideale per non fare mea culpa e provare a migliorare. Una lavata di coscienza, un “non ci riguarda” alla Pilato che mal si concilia con le potenzialità inespresse del territorio. Una fascia di età sempre più ristretta quella dai 25 ai 35, un vivere alla giornata inseguendo la mondanità come routine e non come libera scelta. Un vivere di apparenze per non impelagarsi nei problemi quotidiani che potrebbero essere affrontati per migliorare le cose dal basso. La rete civica, lo scarso impegno e interesse politico e culturale. Il ritratto dei giovani milazzesi appare svogliato, inadatto e legato a scarsità di valori di riferimento che non siano soldi e apparenza. Un micro-cosmo notturno che potrebbe brillare ma che parla invece di tanto disagio e oscurità. Droga, ludopatia, abuso di alcol tra i minorenni sono solo alcuni dei drammi che raccontano di questo disagio diffuso, di cui il “pettegolezzo” complice del cinismo, è un’altra traduzione caricaturale. Basterebbe riconvertire l’approccio a questa terra, a parlare con e di empatia per l’altro e non per invidia, a smettere di etichettare la diversità e a inseguire un conformismo sempre più piatto e surreale. Il potenziale è ancora nelle mani di chi lo sta sprecando. Milazzo può salvarsi e ambire a un modello di sviluppo sociale e intellettuale molto più lungimirante. Ma bisogna crederlo possibile, oltre i numeri e oltre le statistiche scoraggianti.


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