Una terribile epidemia, sfociata oramai in pandemia, ha messo in ginocchio la nostra Italia. Da nord a sud, il territorio nazionale soffre: il nostro sistema sanitario non gode di ottima fama, la popolazione non collabora. L’Unione Europea ci ha isolati. Il Bel Paese è rimasto solo
I numeri e le manovre
Ogni giorno il numero di contagi e di morti aumenta. I dati odierni mostrano 31.506 casi totali; 26.062 positivi; 2.941 guariti e 2.503 decessi. La Lombardia resta la regione più colpita: essa conta 10.861 contagi, 2.368 guariti e 1.420 morti.
Dall’inadempienza degli strumenti essenziali per la terapia intensiva all’esigenza del personale medico e infermieristico, gli ospedali italiani sono allo stremo delle forze. Ieri è stato approvato dal CdM il decreto “Cura Italia” per contrastare l’emergenza epidemica. Sono stati istituiti circa 3,5 miliardi di euro per il Fondo Sanitario che per la Protezione Civile.
La battaglia solidale via Social
Oggi possiamo dire che la comunicazione via social è una manna dal cielo. Grazie ai social ci sentiamo più uniti e riusciamo a contrastare questo status di solitudine. #iorestoacasa è l’hashtag più utilizzato in questo lungo periodo di quarantena. In questi giorni hanno organizzato dei flashmob dai balconi e dalle terrazze di casa. Ogni giorno alla stessa ora, una canzone diversa: dall’inno di Mameli a Celentano con “Azzurro”, l’Italia è unita sotto lo stesso cielo. Migliaia i video e le condivisioni sui social!
Da volti noti come l’influencer Chiara Ferragni e suo marito Fedez è partita una campagna solidale per la raccolta fondi in aiuto ad un noto ospedale milanese. Una piccola donazione fatta da ognuno ha raggiunto l’incredibile cifra di 3 milioni di euro! Non solo influencer ma anche grandi personaggi della moda come Giorgio Armani ha donato 1 milione e 250 mila euro a 4 ospedali mentre D&G hanno donato una fondo di ricerca all’Humanitas di Milano.
In campo scende la Figc e coglie la palla in balzo offrendo 100.000 euro allo Spallanzani di Roma. Alcune squadre della serie A come Juventus, Lazio e Inter hanno contribuito con delle donazioni.
UBI: Unione Buddista Italiana
Con questo comunicato anche UBI ha deciso di prendere per sostenere l’emergenza da COVID-19 offrendo 3 milioni di euro:
“In questo momento non semplice vogliamo restituire concretamente alla popolazione italiana la fiducia che ci ha dimostrato con l’8×1000 e per questo abbiamo deciso di stanziare 3 milioni di euro come sostegno immediato a chi è impegnato a contrastare la diffusione del Covid19. Invieremo subito 1.5 milioni di euro alla Protezione Civile in modo che possa far fronte all’emergenza. Un milione e mezzo sarà destinato a un fondo speciale emergenziale per le organizzazioni del Terzo Settore che svolgono e svolgeranno, soprattutto in fase post emergenziale, un’opera fondamentale di sostegno e vicinanza ai soggetti più fragili”.
E il Vaticano?
Dopo l’esempio di Papa Francesco nell’aver elargito 100.000 euro alla Caritas, la CEI ha continuato a giocare in casa contribuendo ad una donazione pari a 10 milioni di euro, sempre a favore del loro organismo pastorale.
E’ chiaro che a fronte di un’emergenza simile, quelli a pagarne le conseguenze sono i poveri, i senzatetto e i bisognosi. Da anni la Caritas si impegna a fornire sostegno economico al fine di acquistare beni di prima necessità alle famiglie che vivono in situazioni di estrema povertà. L’attribuzione che è stata espressa, nella speranza che venga rispettata, è lodevole senza alcun’ombra di dubbio.
Come mai, ad oggi, non hanno donato agli ospedali italiani? E’ vero che l’Italia è un paese laico. Ma in un momento drammatico come quello che stiamo vivendo, i primi a “porgere l’altra guancia” dovrebbero essere proprio le istituzioni ecclesiastiche. D’altronde la stima fatta delle disponibilità della Santa Sede è pari a circa 11 miliardi di euro tra beni immobiliari e non.
Il Vangelo secondo Luca 6,36 dice ” Siate misericordiosi. come è misericordioso il Padre vostro”. Con queste parole Gesù invitava i suoi discepoli all’amore e alla carità. Oggi più che mai necessitiamo di sostegno e di supporto, sia moralmente che economicamente. La comunità buddista si è messa in gioco offrendo un’ingente somma perché la CEI no? E’ paradossale come i piccoli donano in silenzio e i “grandi”, aventi la possibilità di elargire immense somme di denaro, non lo fanno. Ipocrisia? Si, con un bel pò di avidità!
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