Lo scontro tra Sindaco di Milazzo e Cateno De Luca: arriva il ko del Consiglio di Stato

Lo scontro tra Sindaco di Milazzo e De Luca si incrocia con quello tra quest'ultimo e il Ministro dell'Interno: arriva oggi il parere del Consiglio di Stato

Lo scontro tra il Sindaco di Milazzo Giovanni Formica e il Sindaco di Messina Cateno De Luca ha raggiunto oggi il ko tecnico a sorpresa. E’ il Consiglio di Stato a emettere l’annullamento dell’ordinanza De Luca, quella, per intenderci, che impone di passare lo Stretto registrandosi al sito del Comune almeno 48 ore prima. Il tempo degli accertamenti. E lì, il Sindaco di Milazzo, aveva risposto che il Sindaco di Messina non può disporre dell’aut aut sul passaggio di cittadini “non messinesi”.

 

Le ragioni di Cateno De Luca

Una forzatura che da un lato risulta giustificata (punto per De Luca) dal fatto che il Comune di Messina è l’unico interessato dal transito dei traghetti e questo pone De Luca come una sorta di deus ex machina nelle procedure di sbarco. Tuttavia i toni del Sindaco messinese non sono piaciuti a molti. Per Formica infatti un tale regolamento non ha motivo di esistere a livello normativo. La richiesta, in poche parole, dovrebbe farla il Comune di Messina al Comune di residenza del cittadino “sbarcante”.

 

Le repliche del Sindaco Formica e del Ministro dell’Interno

Formica aveva anche detto che non avrebbe lasciato cittadini milazzesi in questa linea temporale sospesa tra Sicilia e Calabria. Tuttavia in molti si erano schierati con De Luca, vista l’emergenza sanitaria. Va detto che il transito delle navi era già stato ridotto con l’ordinanza Musumeci: da 20 traghetti al giorno a soli 4. Le code che si formano sono spesso dovute proprio a questo. E sono in tanti a dover passare per giustificati motivi di lavoro. Giusta l’idea di De Luca di definire un registro che permetta il lasciapassare a chi “deve” traghettare come forze dell’ordine, funzionari, medici e altre categorie “protette”. Ma la banca dati deluchiana non deve essere piaciuta al Ministro dell’Interno che si è rivolta al Consiglio di Stato. Ed ecco il ko tecnico per De Luca.

 

Il Consiglio di Stato contro le misure messinesi

Secondo la prima sezione di Palazzo Spada “l’istituto dell’annullamento straordinario a tutela dell’unità dell’ordinamento evidenzia oggi una sua rinnovata attualità e rilevanza, proprio a fronte di fenomeni di dimensione globale quali l’attuale emergenza sanitaria da pandemia che affligge il Paese, al fine di garantire il razionale equilibrio tra i poteri dello Stato e tra questi e le autonomie territorialì”.

Insomma: di fronte a una sfida come quella al coronavirus annullare le fughe in avanti è legittimato dall’articolo 95 della Costituzione, che affida al presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’obbligo “di assicurare il mantenimento dell’unità di indirizzo politico ed amministrativo, nel quadro di unità e di indivisibilità della Repubblica, di cui all’articolo 5 della Costituzione”.

Dunque, in presenza di “emergenze di carattere nazionale – ha concluso il Consiglio di Stato – pur nel rispetto delle autonomie costituzionalmente tutelate, vi deve essere una gestione unitaria della crisi per evitare che interventi regionali o locali possano vanificare la strategia complessiva di gestione dell’emergenza, soprattutto in casi in cui non si tratta solo di erogare aiuti o effettuare interventi ma anche di limitare le libertà costituzionali”.

 

Siamo all’epilogo? Manco per scherzo

Al parere seguirà una deliberazione del Consiglio dei ministri che dovrà essere recepita con decreto del presidente della Repubblica. Intanto al Comune di Messina si stanno organizzando per la contro-risposta. De Luca nei giorni scorsi aveva parlato di crimini di Stato rispetto al flusso incontrollato di sbarchi. E come al solito non aveva risparmiato “colpi di coda” che sicuramente arriveranno nelle prossime ore.


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