L’OMS ritratta ancora le sue tesi, ma c’è chi non è d’accordo. Da oggi in poi non serviranno più 2 tamponi negativi, ma soltanto 3 giorni senza sintomi. I criteri sono stati aggiornati poiché è stato osservato come alcuni pazienti risultino ancora positivi dopo la risoluzione dei sintomi. Altresì nonostante la loro positività, molto probabilmente non sono infettivi, dunque il virus non verrebbe trasmesso ad altri soggetti.
Come testé detto, c’è chi non condivide queste nuove direttive dell’OMS. Il direttore aggiuntivo della stessa Organizzazione, Ranieri Guerra, ha dichiarato che la regola dei due tamponi deve permanere. Difatti queste raccomandazioni si riferiscono ai Paesi con poche risorse. L’Italia può tranquillamente fare a meno di queste nuove direttive. Affidarsi ai due tamponi è più sicuro rispetto al solo criterio clinico.
La confusione continua a regnare sovrana. E le lungaggini burocratiche di certo non aiutano. Le direttive elencate poc’anzi non sono obbligatorie, ogni sistema sanitario può scegliere la strada a sé più consona. L’OMS ha considerato che il virus attivo non risulta presente nei campioni respiratori dei pazienti 9 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi. L’Organizzazione ha altresì fornito degli esempi per facilitare la comprensione:
“Se un paziente ha avuto sintomi per due giorni, potrebbe essere esentato dall’isolamento dopo 10 giorni più 3, pari a 13 giorni dalla data di insorgenza dei sintomi; un paziente con sintomi per 14 giorni, può essere dimesso (14 giorni più 3 giorni, pari a 17 giorni dopo la data di insorgenza dei sintomi; con sintomi per 30 giorni, il paziente può essere dimesso (30 giorni più 3 , quindi 33 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi)“.
Nella giornata di oggi è stato registrato il numero più alto di contagi: 183mila in un giorno solo. Il Brasile ne conta 50mila in più in appena 24 ore e si conferma il secondo paese più colpito dopo gli USA.
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