L’ordinanza Formica che mortifica le attività della movida (VIDEO)

Una ordinanza che, sulla scia di quanto fatto e deciso a Messina, penalizza uno degli indotti più importanti della città: la movida giovanile.

Non tutti i Comuni del messinese hanno aderito all’iniziativa del Prefetto di Messina che fa ripiombare l’hinterland negli anni del proibizionismo. Niente somministrazione di alcolici dopo le 20 – se non all’interno dei locali – e pub chiusi entro l’una e mezza (le due per Milazzo).

Meno spazio, più assembramenti: quando le leggi vengono fatte senza conoscere la materia

Il Sindaco a Milazzo segue il vento anti-movida inaugurato dal one-man-show Cateno De Luca. I giovani abbandonati dalla politica vengono quindi dipinti come il nemico da abbattere per lo status quo. Una misura che non trova logica neanche leggendo tra le righe. Infatti se si intende la consumazione nei locali solo all’interno degli spazi concessi come suolo pubblico, questo aggrava di fatto l’assembramento. Fino all’altro ieri si poteva consumare anche allontanandosi dal locale. Ora invece, la stessa quantità di persone, si riverserà, in meno tempo, in spazi più ridotti.

Un tempo decideva il libero mercato: benvenuti a Stalingrado

Una “genialata” orchestrata da chi ovviamente non conosce il settore. Ma c’è di più. A ben vedere, le fasce orarie sono disattese. In un mercato libero – e non sovietico – è l’utenza a generare l’incontro tra domanda e offerta. D’estate si esce nel fine settimana quasi sempre dopo cena e quasi sempre non prima delle 23.30.

Questo riduce il sabato sera a una seduta psichiatrica o peggio, un’ora d’aria. Si tralascia inoltre che Milazzo è città riferimento per l’intrattenimento notturno e quindi vive anche di questo. Una mortificazione, l’ennesima, della movida. Ecco perché hanno aderito solo alcuni Comuni e noi a Milazzo ovviamente, non possiamo farci mancare il peggio. A Messina non l’hanno presa bene. Alle due di notte le proteste dei gestori dei locali davanti al Municipio a Messina. A Milazzo oggi sui social sono tanti gli “sfoghi” dei giovani imprenditori. Scrive Marco, gestore della Ngonia Bay:

“Non può essere legale aver l’obbligo di dover chiudere ad un orario imposto da qualcuno che, non essendo in grado di mantenere l’ordine prende scelte che danneggiano sempre e solo le attività! Chiedo scusa ai miei clienti che ieri all’ 1.45 ho dovuto letteralmente ” buttare fuori dal locale” e mi chiedo perché?”

Per lo stesso motivo si dovrebbero chiudere le autostrade?

E se anche si dovesse motivare questo provvedimento concluso nei salotti del potere messinese con la clausola della sicurezza, allora per lo stesso principio, chiudiamo le autostrade perché gli incidenti mortali avvengono principalmente lì. Se le risse sono causate dai locali della movida, allora dovremmo anche chiudere i fast food che portano agli infarti, i tabacchi, le distillerie, gli stadi, il calcio e tutto quello che – secondo questo ragionamento assurdo – genera pericolo, violenza, morte.

Basterebbe un presidio di sicurezza il sabato

Bastava una ordinanza con cui si dava seguito a un presidio di sicurezza con una pattuglia della polizia locale il sabato notte. Invece, a presidiare i locali, ieri, il tandem della giunta Formica “Ruello-Maimone” nelle vesti di polizia anti-movida. I fedelissimi del Sindaco giravano nei locali per verificare l’inutilità della loro ordinanza con la vergogna disegnata sul volto.

Posti di lavoro a rischio, una intera generazione umiliata perché trattata come feccia della società e una classe politica mai così distante dalle esigenze dei cittadini. Benvenuti a Stalingrado.


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