Milazzo e quel paraurti sulla spiaggia: il simbolo dell’inciviltà

Il simbolo mostruoso dell'incapacità dell'uomo di rispettare l'ambiente e con quanta grossolana facilità ci sbarazziamo di rifiuti spesso ingombranti pensando che il mare non ce li restituisca

Dopo due settimane il mare ha riportato gli stessi rifiuti che aveva lasciato con la precedente mareggiata. Il mare prende e il mare da. Per due volte, in due mareggiate di maestrale, il demanio è stato ridefinito con annessa plastica.

Questa si accumula nella falce naturale che si crea nei pressi della N’gonia del Tono a Milazzo. Una risacca per ogni tipo di materiale proveniente dai fiumi e torrenti del Mela, del Longano. E’ una strage ambientale senza precedenti.

Ovviamente gran parte di questi rifiuti provengono dalla terra. Impossibile pensare che si arrivi in mare a buttare un paraurti o un cerchione di ghisa integro. Risulta difficile. Sono invece i rifiuti accatastati nei torrenti dei fiumi, in prossimità di discariche abusive a cielo aperto che l’acqua porta verso il mare. I rifiuti sembrano infatti accatastati al Tono con simmetrica cura.

Lo stato di conservazione degli stessi è impressionante perché “sostano” in mare davvero poco. La salsedine non fa in tempo a cancellare etichette, adesivi, vernici. E così quel paraurti sembra staccato da poco da un auto. In realtà il suo è un lungo viaggio – breve ma intenso – verso l’inesorabile spettacolo che passa da Milazzo e che ci racconta di una inciviltà che continua a sbalordirci nel silenzio mostruoso della classe dirigente.


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