Il centrosinistra a Milazzo pensa al consigliere comunale Fabrizio Spinelli. Una alternativa considerata più morbida a Giovanni Formica. Il Sindaco di Milazzo eletto a furor di popolo 5 anni fa, è stato poi protagonista di una politica “lacrime e sangue” come l’ha definita Articolo 1 sostenendo l’ipotesi Spinelli.
Le responsabilità del Sindaco
Ci sarebbero 20 milioni di euro “in cassa”. In realtà, in questi 5 anni, si è proceduto semplicemente a chiudere il rubinetto e a pensare come pagare i creditori del Comune. I 29 milioni di euro alla fine li metterà il Ministero mentre nei prossimi bilanci ci sarà una rata molto pesante per i prossimi 25 anni. Il Sindaco non sembra avere nessun merito. La sua azione “commissariale” si è limitata all’interlocuzione con la segretaria sulle norme da attuare. Una congestione politica che oltre i conti, ha prodotto sfaceli su sfaceli. Basti pensare alla gara sui parcheggi, al cambio viabilità: fattori che hanno mortificato il centro storico e congestionato la periferia. La mancata offerta culturale, le ordinanze anti-movida, la cattiva gestione della raccolta rifiuti differenziabili, mai sopra il 20% sono altri macigni su questo percorso politico.
L’alternativa alla politica “commissariale”
Insomma il “Sindaco commissario” si è limitato a guardare mentre chiudeva i rubinetti ma tante altre cose potevano essere fatte a costo zero. Milazzo è fuori da molti circuiti virtuosi che riguardano fondi – dall’ecomuseo ai borghi storici ai percorsi federiciani – perché in questi 5 anni l’isolamento di Formica è stato anche “politico” oltre che amministrativo. L’ultimo dei fedeli è l’avvocato Fabrizio Spinelli, lo yes man del Sindaco, l’uomo che ha sempre detto sì e che in consiglio si è sentito poche volte. Sarebbe lui l’altra faccia del centrosinistra: la stessa di quella di ieri.
La fuga verso le altre liste
Una operazione di maquillage che però nasconde sempre lo stampo e la retorica formichiana. Sarebbe questa la soluzione a cui pensano i cervelloni del Pd? Tanti i delusi che a Milazzo si sono già apparentati all’offerta politica di Pippo Midili – che di sinistra ha ben poco nel suo curriculum – a dimostrazione di come l’incapacità auto-critica del Pd abbia lasciato macerie e vergogna. Un imbarazzo che diventa pantano per il dibattito interno all’area rossa milazzese.
La diaspora e l’imbarazzo
“Che fare” per citare Lenin, davanti all’inerzia del centrodestra, alle prese con beghe interne ed equilibri mai trovati, come cogliere l’occasione? Lasciarsi alle spalle il Sindaco “padre-padrone” o lanciare un candidato davvero nuovo e non in continuità? Bruciati i nomi di Ruello, Gitto, Ciccio Italiano, Spinelli sembra solo l’ultimo in ordine di tempo da mandare sulla graticola. Probabilmente sarà un tonfo storico quello del centrosinistra tra tre mesi a cui aggiungere il requiem di Italia Viva. I renziani a Barcellona sosterranno il centrodestra. Potrebbero farlo anche a Milazzo in vista della virata di Renzi a livello nazionale.
Ennesima umiliazione per una giunta nata col massimo del consenso che vedrà i suoi esponenti emigrare in massa a destra. Una diaspora all’insegna dell’imbarazzo e del “si salvi chi può”. Un dramma liturgico, un’eredità pesante che richiede molto più coraggio della candidatura di un fedelissimo, evidentemente sottoposto ancora al “Generalissimo” e al suo bunker.
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