“Farai la fine del topo”, “ti appenderemo a testa in giù”, “hai i giorni contati”, “ti auguro una morte lenta e dolorosa”. Sono alcuni dei messaggi indirizzati nei giorni scorsi su Facebook al presidente della Regione Nello Musumeci.
La vicenda
La macchina dell’odio è fuori controllo. Non soltanto per quanto riguarda la nomina dell’Assessore ai Beni Culturali Alberto Samonà in quota Lega ma per il clima che si respira ormai da tempo. Musumeci ieri sera ha letto questi commenti nel corso di un lungo video messaggio nel quale ha rivolto un invito alla politica a “non gettare benzina sul fuoco”. Il riferimento è all’opposizione che tra la crisi del Pd, la sua vacatio leadership e la confusione che regna nei 5 Stelle dopo le scissioni interne, non ha altri argomenti se non l’attacco gratuito agli alleati della Lega.
Il sostegno della Lega a Musumeci in tempi non sospetti
Lega che è un partito, lo ricordiamo, che ha sostenuto la candidatura di Nello Musumeci con una lista condivisa con Fratelli d’Italia. Nessun cambio di marcia dunque, solo un posto in giunta – posto vacante dopo la morte dell’Assessore Tusa – in conseguenza dei nuovi equilibri interni all’arco parlamentare siciliano con la creazione del gruppo dei deputati leghisti guidati da Antonio Catalfamo, il quale ha parlato di attacchi vergognosi e privi di contenuti seri.
Diverse le stoccate che Musumeci ha lanciato al Pd per esempio, che “con Crocetta ha cambiato una cinquantina di assessori e alcuni di questi nemmeno volevano farlo, come lo scienziato Zichichi”. I Cinquestelle, poi, “criticano la mia scelta dopo avere governato per un anno con la Lega. Un partito, quest’ultimo, che governa dal 1994 e che alcuni anni fa usava un linguaggio nei confronti del Sud che non abbiamo mai accettato, ma che ora è un partito nazionale”.
La scelta di Samonà tra critiche ed elogi
Musumeci ha difeso la nomina di Samonà, parlando di un assessore “Arrivato con uno zaino pieno di entusiasmo” e aprendo anche ai suggerimenti che possano arrivare dalla società. “Il dissenso è il lievito della democrazia – ha detto Musumeci – ma ho ricevuto su Facebook messaggi preoccupanti”. Messaggi “che sono già oggetto del lavoro della polizia, mentre in altri casi si sta provando a risalire all’identità. Questa – ha proseguito – non è gente serena è gente con problemi psichici, magari con problemi in famiglia, magari senza lavoro.
Ma si può rivolgere così al presidente della Regione. A chi ha organizzato manifestazioni di dissenso e a chi ha scritto questi messaggi chiedo: ‘Credete davvero che cambierò idea? Non succederà”. Secondo Musumeci, in un certo senso queste critiche possono rappresentare un segno, per così dire, positivo: “Evidentemente – spiega – non hanno altro su cui attaccarmi, in una terra come la Sicilia che ha visto presidenti di Regione coinvolti in ben altre vicende, così come deputati dell’Assemblea. Ho assunto l’impegno di rimanere per tutto il mio mandato con le mani libere. Mai potrei subire condizionamenti esterni e interni. Ma a tutti voglio dire: ‘Collaboriamo, dialoghiamo’.
Chi è Alberto Samonà
Le critiche per la nomina di un assessore leghista che è prima di tutto uomo di cultura e giornalista siciliano – uno dei pochi saggisti in grado di rileggere Tolkien ed Evola – si commentano da sole. La Lega è il partito che guida il centrodestra che è a sua volta la coalizione che rappresenta la maggioranza del Paese, sondaggi alla mano, ormai da 4 anni.
Un partito rinnovato da una nuova classe dirigente guidata da Matteo Salvini e tanti rappresentanti sui territorio, ispirati nel da quell’autonomia federale divenuta visione “nazionale”. Non avendo altri argomenti, l’opposizione prova quindi a sputare in quel piatto dove ha “governato” come ricorda Musumeci, visto che il Premier Conte ha inaugurato la sua nave governativa con il sostegno di Matteo Salvini nel primo governo giallo-verde. All’epoca nessuno criticò i ministri “leghisti” oggi però, in Sicilia, i grillini si riscoprono anti-Salvini mentre al loro interno, le scissioni producono nuovi atomi di inutile inerzia semantica.
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