“Ci ammazziamo la mamma, la sorella, i figli e la moglie”. È quanto emerso dalle intercettazioni della pericolosa banda di narcotrafficanti arrestati questa mattina, 8 in tutto, nell’operazione “Red Drug” della Guardia di Finanza. Indagini che hanno portato alla luce un traffico di droga esteso, con partenza da Roma, per arrivare in Sicilia e a Pescara per mezzo di ambulanze e Tir.
Otto gli arrestati: 3 messinesi, di cui uno, S. G., di 32 anni, legato al clan Spartà, era tra i promotori del traffico di stupefacenti, insieme ai catanesi S. C. e L. P. A fornire la droga da Roma FF, detto Gianpiero, 61 anni, di origine messinese.
Gli elementi emersi dalle indagini, cominciate nel febbraio di quest’anno, hanno ricostruito un quadro articolato: il narcotraffico sarebbe proseguito infatti per tutto il periodo del lockdown, con l’utilizzo di ambulanze, poi Tir per il trasporto di alimenti. L’attività investigativa ha messo in luce l’attività criminale operante nel capoluogo peloritano e in quello etneo, con propaggini fino a Roma e Pescara. 65 sono i chilogrammi di marijuana sequestrati in due distinte operazioni.
La pericolosa organizzazione è arrivata persino all’ipotesi di sequestro e omicidio della famiglia di uno dei corrieri, apparentemente scomparso con il carico di droga.
Le attività di indagine e l’operazione hanno visto impiegati circa 100 finanzieri, con l’utilizzo delle unità specializzate antidroga GICO di Messina, personale del servizio centrale di investigazione sulla criminalità di Roma (SCICO), e con il supporto delle unità cinofile, territoriali e della sezione aerea del reparto operativo aereonavale di Palermo, Messina, Catania, Pescara e Roma.
Le operazioni di questa mattinasono state coordinate dal Tribunale, la Direzione Distrettuale Antimafia e la Guardia di Finanza di Messina.
Fabio Tornatore
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