Pescatori irresponsabili: continuano a morire tartarughe e uccelli

Comportamenti poco etici da parte di alcuni pescatori conducono alla morìa di numerose specie in mare eppure basterebbe poco per evitarlo

Ha ragione nel suo accorato appello Carmelo Isgrò: basterebbe davvero poco per evitare una morte lenta e dolorosa alle tartarughe caretta caretta. L’unica colpa che hanno questi esseri viventi è che scambiano ami e lenze per meduse di cui sono ghiotte.

Quando i pescatori abbandonano armature con ami in mare o, peggio, tagliano lenze dove sono bloccate le tartarughe, commettono un crimine. Forse servirebbero senz’altro delle misure più forti per questi soggetti irresponsabili. Ma basterebbe davvero poco: salire la tartaruga a bordo e consegnarla alle autorità ancora viva. Si potrebbe salvare. Sempre meglio che lasciarla nell’agonia e nell’impossibilità di nutrirsi.

Intanto gli uccelli spiaggiati a Milazzo sembrano essere esemplari di berta maggiore. Anche questi con degli ami in gola. Ma oltre questa, la causa della morte potrebbe essere di altra natura come scrive oggi Carmelo Isgrò, biologo milazzese che ha rinvenuto le carcasse a Milazzo:

“Ho contattato d’urgenza la Capitaneria di Porto di Milazzo, l’Asp e l’Istituto zooprofilattico di Palermo a cui verranno inviati i corpi degli uccelli per effettuare delle analisi tossicologiche e virologiche per accertare le cause della morte. Molto probabilmente si tratta di esemplari di Berta maggiore della colonia delle Isole Eolie. A prima vista potrebbero sembrare semplici “gabbiani” ma sono molto più difficili da osservare. Diversi studiosi mi hanno detto che ultimamente ci sono state delle analoghe morie in giro per il Mediterraneo.”

Si ringrazia Sebastiano Capone dell’AMP per l’invio della foto


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