Quella insostenibile resistenza al cambiamento nel dna siciliano

Una riflessione sui cambiamenti che la Sicilia ha rigettato nonostante qualche opportunità abbia varcato lo Stretto. Il ritratto dell'Isola del Gattopardo

L’insostenibile voglia di cambiamento dei siciliani è un tormentone politico in grado di riempire le prime pagine dei giornali. Produce e ha prodotto però, soltanto stagnazione. Il siciliano è di per sé restio al cambiamento tuttavia non può fare a meno di desiderarlo.

Un desiderio proibito e rigettato come la raccolta differenziata. Ultima, tra le regioni d’Italia, la Sicilia fatica a gestire autonomamente la massa del rifiuto secco e la qualità del prodotto trattato. Premesso che differenziare non è sempre la soluzione: infatti la plastica viene rimessa sul mercato, rinviando di fatto il problema. La soluzione sarebbe quella di prediligere altri confezionamenti ma il mercato è come sempre padre-padrone. La colpa non la si può dare al governo Musumeci che anzi ha dato input importanti come l’ordinanza 28 febbraio che farà ben due anni di vita tra qualche settimana. I Comuni sono indietro con la gestione – non tutti, ci sono tante eccellenze – ma nelle città più grandi come Palermo e Messina il problema è ancora irrisolto.

Dalla corruzione all’occupazione, la Sicilia riesce solo a essere ultima. Il reddito di cittadinanza poteva essere un’occasione di svolta, così almeno era stato presentato. Eppure, a fronte di più di 700 mila beneficiari in Italia, soltanto il 4% ha trovato lavoro, dopo un anno dall’entrata in vigore del provvedimento. Aumentano i casi di mobbing e quelli di violenza di genere. L’ultimo caso ieri a Messina, l’ennesimo: una giovane picchiata si è rotta la caviglia perché si è buttata dall’auto in corsa.

Resistiamo a ogni forma di cambiamento, anche minimo, anche modesto e necessario. Dall’innovazione digitale alla qualità dell’ambiente, al rispetto della donna. Qualcuno potrebbe dire “ma questi cambiamenti non si sono neanche affacciati dallo Stretto“. E’ la metafora del Ponte. Tutti lo vogliono ma nessuno lo fa. Tutti ne parlano ma nessuno ci crede. Dai provvedimenti dell’industria 4.0 ai fondi europei per le start-up, tutto è passato anche da qui ma nessuno se ne è accorto. Troppo difficile cambiare. Troppo rischioso. Meglio aspettare il Ponte che collegherà i desiderata all’Europa continentale e concreta.


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