Non c’è solo lo scheletro divelto del palischermo a San Papino in fase di rimozione. Esiste una Milazzo abbandonata di cui nessuno parla: la periferia.
Partendo dalle docce, le ultime due a Ponente, prima di passare il confine del Rubicone con Barcellona. Tra discariche, erbacce, rifiuti e tratti dove le pozzanghere divengono laghi, l’intera zona è abbandonata a sé stessa. Internamente poi laddove le strade incontrano vivai e ville, assistiamo a scene impietose: asfalto inesistente, fogne a cielo aperto, illuminazione pubblica pressoché assente.
In campagna elettorale si sa, ci si concentra nel centro, tutti i riflettori sono puntati sulle zone densamente abitate di Milazzo. Le estremità però sono abbandonate, la Piana da un lato e il Capo dall’altra. Come due enclave dislocate e lontane dalla memoria dei giornali. Eppure convivono con un centro sempre più dinamico e in fermento.
Intanto l’acquazzone di due giorni fa ha trasformato mezza Milazzo in un pantano soprattutto perché – e San Paolino non fa più notizia – i tombini vanno puliti altrimenti alla prima bomba d’acqua liquami e fango si riversano sui marciapiedi e nelle strade.
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