Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità dei presenti un documento attraverso il quale formulano delle proposte per superare la grave situazione che si registra nell’indotto della Raffineria con centinaia di lavoratori che rischiano di rimanere a casa e soprattutto con delle prospettive riguardanti la stessa azienda petrolifera tutt’altro che rosee.
A votare il documento sono stati 17 consiglieri (Alesci, Andaloro, Bagli, Capone, Coppolino, De Gaetano, Foti, Magliarditi, Midili, Nanì, Nastasi, Oliva, Rizzo, Russo Francesco, Russo Lydia, Sindoni e Damiano Maisano che aveva chiesto la seduta urgente di Consiglio.
I punti del documento
Quali sono i cinque i punti caratterizzanti il documento? Sostanzialmente si invitano i vertici della Raffineria a presentare il Piano Industriale relativo alla programmazione dell’impianto, per il breve, medio e lungo periodo e a mantenere i livelli occupazionali esistenti, a prescindere dalle situazioni straordinarie, come la fermata annuale.
Quindi un invito anche al governo regionale, attraverso l’interessamento della deputazione territoriale, a discutere i margini di possibilità offerti, nel rispetto dei parametri previsti dalle normative nazionali ed europee, “al fine di evitare ulteriori ed inutili eccessi di populismo”. Infine la richiesta dell’istituzione, presso la sede comunale, di un tavolo permanente composto da rappresentanti del Comune di Milazzo, della raffineria e dei sindacati, per definire un percorso unitario nella gestione dell’occupazione e della tutela ambientale e l’impegno all’amministrazione comunale di riattivare nell’immediato la ricostituzione della consulta per l’ambiente.
Un documento che rappresenta la sintesi del dibattito consiliare, caratterizzato anche dalla polemica sollevata dall’opposizione per l’assenza ai lavori dell’Amministrazione e dei consiglieri comunali ad essa vicini che non ha permesso – come sottolineato da Francesco Alesci – quella possibilità di confronto che avrebbe potuto anche dare un segnale del tentativo di inversione di rotta e di tendenza almeno su un problema in cui si gioca il futuro di lavoratori.
Accuse a Giovanni Formica sono state formulate da Gaetano Nanì per il quale si tratta di un problema complesso su cui dovrebbe passare lo sviluppo della città, e che il sindaco aveva posto come punto cardine del suo programma elettorale prevedendo un protocollo d’intesa con la raffineria, mentre Pippo Midili ha contestato all’Amministrazione di avere cancellato la consulta per l’ambiente che doveva essere invece propositiva.
Anche Antonio Foti, evidenziata l’assenza in aula del centrosinistra, di Articolo 1, del sindaco e degli assessori, ha posto come tema il rapporto con la grande industria, considerando fondamentale capire quale è il piano industriale che l’azienda intende mettere sul tavolo. A detta di Damiano Maisano è opportuno il coinvolgimento del governo nazionale, che rappresenta l’Eni, per dire cosa vuol fare della raffineria, e se poi fosse necessario non indugiare a promuovere qualsiasi iniziativa per la difesa e la salvaguardia dei posti di lavoro.
La Ram incontra i sindacati
Si è trattato di un incontro aspro ma vivace ed aperto al dialogo. In apertura, il Direttore Generale della RAM, Luca Amoruso, ha ribadito le difficoltà operative relative all’attuale emergenza sanitaria. “In questi mesi – ha evidenziato Amoruso – la RAM e le ditte operanti all’interno del sito hanno dovuto conciliare le esigenze di lavoro con le disposizioni governative, che hanno imposto un contingentamento delle presenze, per permettere la continuità operativa del nostro servizio essenziale di produzione carburanti. Permettetemi di dire – ha continuato Amoruso – che le misure messe da noi in atto sono state immediate ed efficaci”.
In più, hanno aggiunto gli Amministratori Delegati, il crollo dei consumi ha determinato pesanti ripercussioni per il settore della raffinazione che sommato ad una contrazione dei margini di raffinazione in Europa, ha costretto tutte le raffinerie, compresa la RAM, a fermare alcune unità produttive.
In tale contesto, RAM, come tutte le aziende, ha dovuto avviare una revisione dei processi e degli investimenti che, purtuttavia, prevedono un esborso di 45 milioni di euro, per la maggior parte legati ad interventi ambientali richiesti dall’ AIA rilasciata nel 2018 e che ora, dopo meno di due anni, è di nuovo in discussione per via del Piano Aria della Regione Sicilia. Anche a causa dell’emergenza COVID, la RAM ha inoltro dovuto posticipare al 2021 la fermata programmata di manutenzione.
Nel corso dell’incontro, inoltre, le parti hanno condiviso che le ditte appaltatrici assicureranno una rotazione del personale oltre ad un utilizzo distribuito ed equo degli ammortizzatori sociali straordinari disponibili.
RAM, aziende dell’indotto e sindacati hanno infine convenuto di incontrarsi periodicamente per gli aggiornamenti del caso con il comune obiettivo di permettere alla Raffineria di Milazzo di continuare ad essere considerata una risorsa imprescindibile per il territorio.